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ASSOFANTE TRIESTE

MUSEO STORICO DELLA FANTERIA A ROMA

Il museo storico della Fanteria è sito in piazza Santa Croce di Gerusalemme 9, nel rione Esquilino a Roma.

L'idea di fondare questo museo nacque alla fine della grande guerra mediante interessamento dei reggimenti dell'arma che presero l'iniziativa di creare nelle rispettive caserme dei piccoli sacrari che ricordavano alcune testimonianza delle tradizioni. Ma, durante la seconda guerra mondiale vennero smarriti o distrutti i cimeli conservati. In seguito, nel dopoguerra, lo stato maggiore dell'esercito affidò al Generale Edoardo Scala l'incarico di trovare il materiale da inserire nel nascente museo, ma ancora non si trovò un'idonea sede. Nel 1956 fu lasciato l'incarico al successore, il generale Attilio Bruno che si applicò per trovare una sede presso il museo storico dei granatieri di Sardegna. Con l'appoggio delle autorità militari e del ministero della difesa si recinse il palazzo. Infine il museo venne inaugurato l'11 novembre 1959 dall'allora presidente della repubblica Giovanni Gronchi. Il 28 giugno 1986 è diventato Ente di Forza Armata.

 
Il museo è suddiviso in tre settori: armi, bandiere ed uniformi e si compone in biblioteca ed archivio storico, sacrario, 35 sale con 5 gallerie ed androni. I vari reparti spaziano in vari settori, tra cui: in varie specializzazioni militari (specialità dell'arma e specialità coloniali), guerre prima e seconda guerra mondiale ed armeria. Inoltre il museo consta di varie donazioni ed acquisti, pitture, disegni e sculture tra cui la statua del "Partente" di B. Poidimani sita al pianoterra ed il "Redentore sulla croce" di Edmondo Furlan sita nel sacrario.

Le attività del museo sono soggette a continui aggironamenti, vi cosigliamo sempre di prendere contatto con gli uffici del museo, prima di intraprendere la visita.

L’ingresso è gratuito.​
Visite guidate possono essere effettuate previo accordo con la Direzione del Museo, telefonando allo 06 7027971.

 

24 MAGGIO - FESTA ARMA DELLA FANTERIA

24 MAGGIO -  FESTA ARMA DELLA FANTERIA - Cravatte Rosse 1°San Giusto

La festa dell'Arma della Fanteria viene celebrata in occasione del 24 maggio, data  e anniversario dell'inizio della Prima guerra mondiale per l'Italia (1915).

Ha origine dalla fanteria sabauda nella quale le prime unità organiche sono istituite nel 1619 sotto Carlo Emanuele I, ma soltanto nel 1664 saranno ordinati stabilmente sei reggimenti, ciascuno con il nome di una delle provincie dello Stato, ad eccezione delle "Guardie", e con un proprio ordine di anzianità.
Carlo Emanuele IV, il 9 dicembre 1798 a seguito dell'occupazione francese del Piemonte, proscioglie dal giuramento di fedeltà le sue truppe, ad eccezione del Reggimento di Sardegna, stanziato nell'isola.
Con la restaurazione del 1814 ha inizio la ricostituzione dei reggimenti di fanteria i quali nel 1839 assommano a 20 e per la campagna del 1848 ne sono costituiti quattro provvisori.
Nel corso degli anni l'Arma già ordinata in due specialità, Fanteria di Linea e Granatieri, da origine a nuovi Corpi come i Bersaglieri, fondati il 18 giugno 1836 e gli Alpini il 15 ottobre 1872.
Con successivi ordinamenti si registra un notevole aumento degli organici, che raggiunge la punta massima dopo le annessioni e l'espansione territoriale dello Stato, ed alla vigilia della Prima Guerra Mondiale i Reggimenti dell'Arma sono 94 più due di Granatieri, 12 Bersaglieri ed 8 Reggimenti Alpini.
Durante la Guerra il numero dei reggimenti arriva fino a 244 (21 per i Bersaglieri ed 88 battaglioni per gli Alpini) inseriti in 120 Brigate di Fanteria delle quali quattro ternarie (su tre reggimenti di fanteria). Terminato il conflitto, per il quale tutte le unità dell'Arma ricevono l'Ordine Militare d'Italia, il grosso dei reggimenti costituiti viene sciolto, ad eccezione di quelli che si sono guadagnati sul campo la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Con l'ordinamento 1926, che prevede le Brigate ternarie, i reggimenti di Fanteria in vita sono 90 distribuiti in trenta Brigate.
Nel 1927 si formano i primi reparti della specialità Carrista, oggi specialità della Cavalleria.
Con la riforma successiva, l'Esercito passa alle Divisioni binarie e l'Arma di Fanteria allinea 119 reggimenti inseriti in 59 Divisioni.
Nel corso del conflitto fino al 1943 saranno costituiti altri 43 reggimenti.
Fin dal 1938 intanto era in corso di formazione la specialità più ardita dell'Arma, i Paracadutisti, che nel corso della guerra daranno prove di estremo valore su tutti i fronti che li vedranno protagonisti. Durante la Guerra di Liberazione diverse unità pluriarma prendono parte ai combattimenti, 1° Raggruppamento Motorizzato, Corpo Italiano di Liberazione e quindi sei Gruppi di Combattimento ("Friuli", "Folgore", "Legnano", "Mantova", "Cremona" e "Piceno"), con otto Divisioni ausiliarie.
Nel secondo dopoguerra, l'Arma di Fanteria segue l'evolversi della Forza Armata. Già nel novembre 1945 le unità esistenti vengono inserite nell'Esercito di Transizione che nell'arco di tre anni darà vita all'ossatura della nuova Forza Armata.
Dal 1951 la specialità più giovane dell'Arma veniva alla luce: i Lagunari, componente anfibia della Forza Armata venivano costituiti a Venezia.
Fortemente toccata dalla ristrutturazione del 1975 con la creazione dei Battaglioni autonomi, sarà radicalmente trasformata nel corso degli anni novanta. Per decreto 23 marzo 1982 anche l'Arma di Fanteria riceve la Bandiera di Guerra, custodita dal Comandante della Scuola di Fanteria.
Oggi i l'Arma di Fanteria allinea le specialità Granatieri, Bersaglieri, Alpini, Paracadutisti e Lagunari.

( fonte  esercito.difesa.it)

SAN MARTINO PATRONO DELLA FANTERIA

SAN MARTINO PATRONO DELLA FANTERIA - Cravatte Rosse 1°San Giusto

L'11 novembre in occasione della ricorrenza della festa liturgica di San Martino si celebra il Santo Patrono dell’Arma di Fanteria. auguri a tutti i Fanti dell’Esercito Italiano, in servizio ed in congedo, e ai lori familiari e simpatizzanti.
Chi era Martino e la tradizione del taglio del mantello
Martino nacque a Sabaria Sicca (odierna Szombathely, in Ungheria) in un avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia. Il padre, tribuno militare della legione, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Ancora bambino si trasferì coi genitori a Pavia, dove suo padre aveva ricevuto un podere in quanto ormai veterano, e in quella città trascorse l'infanzia. 
Nel 331 un editto imperiale obbligò tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell'esercito romano. Fu reclutato nelle Scholae imperiali, corpo scelto di 5 000 unità perfettamente equipaggiate: disponeva quindi di un cavallo e di uno schiavo. Fu inviato in Gallia, presso la città di Amiens, nei pressi del confine, e lì passò la maggior parte della sua vita da soldato. Faceva parte, all'interno della guardia imperiale, di truppe non combattenti che garantivano l'ordine pubblico, la protezione della posta imperiale, il trasferimento dei prigionieri o la sicurezza di personaggi importanti.
In quanto circitor, eseguiva la ronda di notte e l'ispezione dei posti di guardia, nonché la sorveglianza notturna delle guarnigioni. Durante una di queste ronde avvenne l'episodio che gli cambiò la vita (e che ancora oggi è quello più ricordato e più usato dall'iconografia). Nel rigido inverno del 335 Martino incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare (la clamide bianca della guardia imperiale) e lo condivise con il mendicante.
La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di San Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella.

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34° RADUNO NAZIONALE DEL FANTE 

23 - 27 MAGGIO 

VITTORIO VENETO (TV)

 

Il 27 maggio a Vittorio Veneto hanno sfilato migliaia di fanti con le insegne di 116 Brigate di Fanteria, in ricordo dei 359.312 caduti . Tra le 30 e le 40 mila persone hanno partecipato ed assistito per la sfilata del 34° Raduno del Fante, in una città avvolta nei tricolori. La Sezione del Fante di Trieste e l’Associazione Nazionale delle Cravatte Rosse del 1° San Giusto hanno partecipato alla manifestazione. L’onore di rappresentare la Brigata Re e i suoi 3078 caduti nei due reggimenti il 1° e il 2° è stato tutto delle Cravatte Rosse che hanno percorso alla testa del 3° settore – quello dedicato al ricordo delle 116 brigate - il lungo viale della Vittoria e sfilando dinnanzi al palco delle autorità. Numerose le autorità presenti fra le quali il Comandante delle Forze Operative Nord, il Generale di Corpo d’Armata Paolo Serra, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e del sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon e del presidente dell’Associazione Nazionale del Fante Gianni Stucchi.

Ma i nostri fanti hanno “occupato” anche il 4° settore , quello dedicato ai labari delle sezioni provenienti da tutta Italia e quello dedicato a fanti e patronesse, con numerosi nostri soci.
I soci presente sono giusti a Vittorio Veneto da Trieste, Gorizia e da varie città del Veneto, un bellissimo incontro che ha visto riunirsi “Veneti e Triestini” compatti e orgogliosi.
La giornata è proseguita con un “rancio” di coesione a base di pizza in un noto locale del centro della cittadina Veneta.

 

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XXXIII RADUNO NAZIONALE

DEL FANTE

 

BRESCIA  19 - 22  MAGGIO 2016

L'Associazione riunisce Fanti in servizio, in congedo, i loro familiari
e tutti gli amici nella grande famiglia dell'Arma Regina delle Battaglie

 

LA GIORNATA A BRESCIA DELLE CRAVATTE ROSSE

  

Come da programma il 33 raduno dei Fanti a Brescia iniziato il 19 maggio si è concluso il 22  con lo sfilamento davanti alle Autorità delle numerose sezioni di fanti intervenute da tutte le regioni italiane. I fanti del Friuli Venezia Giulia, inquadrati nel 3° blocco nord-est con la Federazione di Udine, hanno sfilato con in testa le Cravatte Rosse ed il Presidente che scortava la bandiera della nostra  sezione. Al raduno i fanti di Trieste hanno ricevuto i saluti il comandante del 1° San Giusto,  Giuseppe Cestari, comandante  dal 1978 al 1980.
Anche il sottotenente di complemento  Marco Pasquali,  in servizio presso la 3a compagnia del “San Giusto” dal 1976 al 1977, chiamato affettuosamente in caserma Pantera Rosa, ha sfilato con il gruppo del Lazio, essendo socio della sezione laziale. 

Prossimo raduno sarà effettuato fra due anni nella città di Vittorio Veneto. 

 LE FOTO DEL RADUNO NAZIONALE

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Cravatte Rosse al minuto 2,40